I domini del lavoro e l’impatto del digitale

di Nicolò Boggian

Il mondo del Lavoro in questi mesi e anni registra un’accelerazione del cambiamento facendo intravedere impatti ancora più significativi. Si pensi per esempio al passaggio di ampie quote di lavoratori dall’Agricoltura, all’Industria e ai Servizi[1] , alla differenza fra il lavoro impiegatizio negli anni ‘80 e quello di oggi, e infine all’impatto del Covid sul lavoro negli uffici.

 

E’ convinzione diffusa da parte degli osservatori più attenti che il cambiamento riguardi la stessa Natura del Lavoro, non solo dove viene svolto, e che la Tecnologia, in particolare quella Digitale, avrà grande impatto sull’organizzazione del Lavoro, sulla sua struttura e sulle sue componenti principali, spingendo alcuni ad esprimere previsioni molto negative, la fine del Lavoro, e altri ad evidenziare molteplici problemi[2].

 

Nonostante questi elementi il modo in cui pensiamo, organizziamo, contrattualizziamo e retribuiamo il Lavoro fatica ad evolvere in considerazione del nuovo contesto, ponendo questioni serie anche sul piano socio/economico[3].

Ritengo sia quindi necessario analizzare la Natura del Lavoro, alla luce dei nuovi cambiamenti, per discutere e proporre nuove modalità nelle strutture con cui questo viene organizzato, contrattualizzato e retribuito.

Credo infine che alla luce di questa riflessione molti dei problemi del Lavoro possano essere ricomposti e la società possa crescere, riprendere a dare prospettive meno controverse e affrontare con successo i problemi che la affliggono.

 

LA DEFINIZIONE DEI 5 DOMINI

Il dibattito sulla nuova Natura del Lavoro [4], consente di identificare 5 “Domini” su cui si articola il Lavoro e su cui analizzare l’impatto della Digitalizzazione[5].

Naturalmente, come tutte le architetture concettuali, queste possono essere cambiate, ampliate o riviste, ma credo servano a fare luce su trend e dinamiche che tutti vediamo e a suggerire risposte migliori a livello individuale, organizzativo e istituzionale.

Queste categorie sono chiaramente interdipendenti fra di loro e in qualche modo si fondono/sovrappongono nella pratica e nella vita delle persone, mantenendo in qualche modo un equilibrio e una coesistenza:

  • Il primo è quella che definirei dell’Immaginazione.

Ogni progetto, prodotto, servizio, spazio fisico è stato prima di tutto immaginato, ed è frutto della cultura dell’individuo e delle sue esperienze e conoscenze, includendo etica, valori e una visione del futuro. La capacità di immaginare in modo libero, innovativo, dettagliato e senza pregiudizi, con una base solida, è una capacità che va sviluppata. La qualità delle risposte ai bisogni degli individui e delle comunità, oltre che dalla loro realizzazione concreta, dipende molto dalla qualità e ampiezza delle soluzioni immaginate ( es. come risolvere un global challenge o come migliorare la vita di un quartiere o come curare una malattia o come favorire la crescita economica di una regione etc).

  • Il secondo è quello della Conoscenza

L’interazione fra persone e realtà, e fra prodotti/servizi e consumatore generano dati e conoscenza che si riversano nell’Immaginazione come nuovo carburante per innovare e proporre soluzioni. L’osservazione e l’apprendimento continuo consentono di creare modelli, concetti e limitare le distorsioni cognitive, in modo da poter analizzare la realtà e gestirla. Caratteristica di questo ambito è l’utilizzo del metodo scientifico.

  • Il terzo è quello della Tecnica.

L’Immaginazione necessita il contributo della Tecnica per la concretizzazione dei progetti e la loro realizzazione. A sua volta la Tecnica ( finanza , ingegneria , informatica, marketing,  etc) necessita dell’Immaginazione per avere una direzione chiara e di lungo respiro. La Tecnica spesso tende a riprodurre il passato e a porre limiti che nuove tecniche poi sostituiranno, generando nuove opportunità. La Tecnica a sua volta è la base non solo per la realizzazione dei servizi e prodotti ma per la stessa analisi della realtà.

  • Il quarto dominio è quello del Linguaggio o della Comunicazione[6] .

Vi è poi l’ambito del Linguaggio in cui metafore, significati, concetti e messaggi vengono generati e diffusi come base per la definizione della realtà e per lo scambio informativo fra gli individui. La natura sociale dell’uomo e dei suoi costrutti rende la dimensione della Comunicazione e del Linguaggio intrinseca alla stessa natura della realtà, diventandone una dimensione costitutiva. Ogni attività per essere svolta necessita l’utilizzo del linguaggio per essere coordinata, diffusa e spiegata.

  • Dominio del Lavoro Pratico o in Presenza

Ogni creazione e attività, per quanto immateriale , si “oggettivizza” e diventa concreta in qualche punto dello spazio, rendendo “evidente” il Lavoro . Questo ha una sua esecuzione nel tempo e nello spazio, con strumenti di controllo in sincronia con l’acquisto o il consumo.  Oggi questo lavoro viene in alcuni casi svolto da macchine e in altri da persone, ma rappresenta la conclusione delle attività di una filiera di soggetti, disseminati nel tempo, che svolgono attività in Domini differenti. Questa conclusione è spesso caratterizzata dalla registrazione su un supporto fisico e concreto, collocato nel tempo e nello spazio[7].

Per visualizzare queste fasi si può immaginare qualsiasi attività, prodotto e servizio che abbiamo intorno a noi. Pensiamo per esempio alla realizzazione di un disegno: prima lo si immagina, si trovano i supporti e i metodi per realizzarlo, poi lo si realizza concretamente, lo si diffonde e infine si registrano i feedback provenienti dall’ambiente. Da questi elementi di conoscenza altri individui ricavano nuova “benzina” per l’immaginazione e il circuito prosegue [8]

 

IMPATTO DEL DIGITALE E DELLA TECNOLOGIA SUL LAVORO[9]

Tutti abbiamo registrato in questi mesi la potenziale “remotizzazione” di ampie aree del Lavoro[10], con effetti complessivamente positivi sulla produttività, sull’equilibrio vita/lavoro e sull’ambiente.

Ebbene, l’impatto della Tecnologia, in particolare con il progresso del Machine Learning e dell’AI, sarà probabilmente ancora più profondo, contribuendo a definire la stessa struttura e organizzazione del Lavoro.

Infatti, una delle dinamiche della Tecnologia è di consentire una continua evoluzione delle Tecniche e un loro efficientamento, rendendo sempre più semplice creare nuovi prodotti, servizi e aziende, a condizione di saperli immaginare e saperne anticipare gli impatti. Questo anche in virtù della possibilità di supportare la collaborazione multidisciplinare fra individui con competenze e attitudini diverse.

La competizione di mercato quindi si concentrerà molto sull’Immaginazione. Il dominio tecnico infatti consentirà sempre meno “monopoli” e la diffusione di pratiche collaborative aumenterà il grado di evoluzione continua di tecniche nei vari ambiti specifici.

Allo stesso modo la diffusione della Conoscenza, e l’omogeneizzazione del Linguaggio consentiranno una diffusione della cultura, dei dati e delle informazioni in modo esteso, rendendo il sapere e il saper fare sempre più trasferibile fra individui diversi.

Si può continuare discutendo come la fase del Lavoro in Presenza sia anch’essa continuamente ottimizzata dalla Tecnologia che la rende più rapida ed efficiente, erodendo in alcuni casi la necessità di intervento umano o rimodulandolo nel tempo.

Il Digitale incide inoltre registrando automaticamente e contemporaneamente i flussi operativi di soggetti diversi in domini diversi, consentendo così una maggiore partizione delle singole attività, anche in modo asincrono, una abbondante raccolta di dati e infine una nuova e più dettagliata divisione del Lavoro.

 

CONSIDERAZIONI GENERALI

E’ importante rimarcare che in tutti e 5 i domini parliamo di Lavoro, seppur con caratteristiche differenti. Ogni Dominio richiede quindi un’organizzazione, contrattualizzazione[11] e retribuzione specifica[12].

Analizzare e conoscere i vari Domini è quindi fondamentale per organizzare il Lavoro in modo corretto aumentando la produttività, l’innovazione e il coinvolgimento delle persone.

E’ quindi necessario stabilire quali competenze, attitudini e organizzazioni servono per affrontare i singoli Domini in modo efficace[13].

E’ abbastanza evidente che fino ad oggi l’Immaginazione risulti un po’ la “Cenerentola”, nonostante sia l’attività probabilmente più scalabile, densa di proprietà intellettuale ed esposta alla competizione. Da questo dominio dipende fortemente il nostro futuro e la soluzione ai nostri bisogni.

E’ interessante segnalare come le organizzazioni tradizionali, dominio della Tecnica, tendano a soffocare lo spazio per l’Immaginazione, cosa che invece diventa sempre più importante da qui al futuro.

Forse è proprio una definizione non del tutto chiara del Lavoro, alla luce dei cambiamenti indotti dalla Tecnologia, a essere una delle cause del basso coinvolgimento dei lavoratori nelle organizzazioni[14].

Alla luce di questa analisi è possibile riconsiderare le previsioni molto negative sulla “Fine del Lavoro” contemplando invece un suo spostamento dal Dominio della Presenza ai domini della Conoscenza, Tecnica e Immaginazione.  

 

AZIONI E TENDENZE PER IL FUTURO

La comprensione della nuova natura del Lavoro e l’utilizzo consapevole della Tecnologia offrono grandi opportunità per rendere le persone più autonome e libere nel creare/immaginare/fornire il proprio Lavoro, con il supporto della Tecnica, consentendo di vivere così una vita effettivamente migliore [15].

Si può immaginare un Futuro del Lavoro in cui le persone siano sempre più indipendenti dai ruoli ed esperienze passate e le organizzazioni molto più libere di organizzare con successo progetti in aree e settori differenti.

In generale le Istituzioni, tramite l’utilizzo della Tecnologia e la conseguente nuova organizzazione del Lavoro, dovrebbero mirare a spostare quante più persone da attività routinarie in presenza a incarichi in cui è necessario immaginare, analizzare dati e utilizzare tecniche.

Le organizzazioni dovranno automatizzare le attività in presenza, strutturarsi per consentire un apprendimento continuo delle Tecniche e sfruttare al massimo la capacità di Immaginazione delle Persone

In questo modo la presenza fisica della persona presso il luogo di Lavoro potrà essere ridotta e ottimizzata e la sua retribuzione potrà seguire in modo fedele la produttività in funzione della sua creatività, capacità di apprendimento e flessibilità.

Proprio dalla capacità di immaginare il futuro e di retribuire in modo corretto il Lavoro, e le attività nei vari Domini, passa l’evoluzione della nostra società e la sua crescita sostenibile.

Sarà possibile una maggiore mobilità sociale e distribuzione della ricchezza in funzione del Talento di ognuno, senza discriminazione di genere, età o nazionalità.

Un futuro in cui tutti possano immaginare liberamente ed essere retribuiti per questo potrebbe essere già all’orizzonte. Per chi non sa o non vuole immaginare il futuro,  la fine del lavoro potrebbe essere uno scenario ogni giorno più vicino.

 

[1] La quota di lavoratori impiegati in Agricoltura è oggi sotto il 10% in quasi tutti i paesi “occidentali, mentre la maggior parte degli occupati lavora nel settore dei Servizi. La situazione era diametralmente opposta all’inizio del 900 . https://www.statista.com/statistics/256563/share-of-economic-sectors-in-the-global-gross-domestic-product/

[2] Si pensi per esempio alla diminuzione dei posti di lavoro nei settori tradizionali, alla crisi ambientale, alla necessità di reskilling di ampie quote di lavoratori, alla concentrazione della ricchezza in mano di pochi o alla difficoltà di conciliare lavoro e maternità per le Donne. https://data.worldbank.org/indicator/SL.SRV.EMPL.ZS?end=2019&start=1991

[3] Sebbene si registri una ricchezza, qualità della vita e capacità produttiva mai registrata nella storia dell’Uomo.

[4] stimolata anche da un recente intervento di Massimo Cacciari sul “Lavoro dello spirito” in un convegno organizzato da EY,

[5] I domini sono dei costrutti concettuali semplici che si presentano nella realtà del Lavoro in modo non sequenziale e randomizzato.  non sono approfonditi dal punto di vista filosofico ma sono utili a supportare la teoria del lavoro indicata a seguire.

[6] Attenzione a non confondere la natura della comunicazione con gli strumenti tecnici della comunicazione ( es. social media, tv, video ect)

[7] Si pensi al lavoro di uno sviluppatore quando scrive il codice che alimenta una piattaforma, ad un fattorino che ci porta la pizza oppure ad un bancomat o alla sbarra che registra un passaggio a pedaggio.

[8] attenzione però a non vedere per forza una sequenzialità rigida di questo tipo che propongo solo per facilitare la comprensione. I vari elementi si possono intersecare in modo più complesso e continuo

[9] Un capitolo a parte meriterebbe l’impatto della tecnologia sull’organizzazione e sulla struttura del mercato del lavoro

[10] A livello globale il report del Wef , Future of Jobs, parla del 44% delle attività.

[11] Non sono d’accordo sulle analisi che asseriscono che gli utenti dei social network lavorino quando inseriscono i loro dati e quindi vadano retribuiti. La retribuzione del Lavoro dipende da una committenza che commissiona o decide di acquistare il prodotto e servizio.

[12] Fino ad oggi si è pagata la fase in Presenza/Concreta scambiando l’orario di presenza nel luogo di lavoro con il lavoro fatto per generare quel valore, poterlo praticare e renderlo “profittevole”.

[13] E’ evidente che non dovrebbe essere un esperto di diritto amministrativo a immaginare il futuro così come non può essere un filosofo a gestire la costruzione di un ponte. Non ha senso retribuire l’Immaginazione, la Conoscenza o la Tecnica “a ore”, bensì per la loro, attualità, aggiornamento, profondità e dettaglio. Si può poi ragionare sui luoghi, sulla composizione numerica dei team di lavoro necessari a svolgere nel modo migliore le attività dei singoli domini.

[14] i sondaggi Gallup indicano una quota di collaboratori delle aziende attivamente ingaggiati sotto il 20%

[15] La definizione del ruolo della tecnologia è anch’essa da Immaginare fra diversi orizzonti possibili. La proposta indicata nell’articolo non è chiaramente deterministica e la realtà può seguire un percorso di segno opposto. E’ evidente però che un lavoro cognitivo, flessibile, asincrono e qualificato è preferibile ad un lavoro in presenza, sincrono e ripetitivo.

 

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